Cari lettori,
Vedendo che le cifre del contatore di visite aumentano sempre di più e non aggiornando il blog da un po', mi sento in dovere di informarvi che la nostra attività continua.
La situazione a Tbilisi è in un momento di stallo. Stamani l'UE ha approvato la costituzione di una commissione d'inchiesta internazionale sulla guerra in Georgia, la quale però nulla cambierà nel complesso scacchiere politico georgiano, ma permetterà agli europei di capire il reale andamento della situazione. Tutto sommato, sembra che i georgiani stiano ritornando alla normalità, ma non scordiamoci che solo qualche mese fa il Paese venne invaso dal pericoloso gigante russo e che quella in corso è una tregua, non una pace.
Noi continueremo a vegliare idealmente sulla libertà dei nostri compagni d'armi georgiani.
Mario Lo Iacono
venerdì 28 novembre 2008
domenica 26 ottobre 2008
GEORGIA: ATTENTATO A CONFINE ABKHAZIA, ALMENO DUE MORTI
La Repubblica
E' di almeno due morti il bilancio di un attentato dinamitardo avvenuto oggi a Muzhava, un villaggio della Georgia occidentale situato a ridosso del confine con la Repubblica autonoma ribelle dell'Abkhazia, di cui la Russia ha unilateralmente riconosciuto l'indipendenza da Tbilisi, cosi' come quella della provincia dell'Ossezia del Sud. Secondo il portavoce del ministero del'Interno georgiano, Shota Utiashvili, ignoti hanno lanciato tre bombe a mano contro una casa deserta; nessuna vittima, ma le esplosioni hanno attirato sul posto le forze dell'ordine: mentre stavano indagando e' stato fatto detonare a distanza un altro ordigno, piu' potente, che era stato lasciato nell'abitazione dagli assalitori. Hanno cosi' perso la vita il sindaco del villaggio e un abitante, mentre un poliziotto e' rimasto ferito. Utiashvili ha dichiarato che l'attentato era chiaramente diretto contro la polizia, e ne ha accusato i militanti separatisti abkhazi. Le autorita' dell'entita' secessionistica hanno pero' smentito non solo qualunque coivolgimento nell'accaduto, ma anche il fatto stesso che si fosse verificato un attacco nella zona di frontiera.
mercoledì 1 ottobre 2008
Georgia, osservatori Ue entrano in zona cuscinetto
TBILISI (Reuters) - E' iniziata oggi senza problemi la missione di peacekeeping dell'Unione Europea nell'Ossezia del Sud, e gli osservatori hanno dato il via alle operazioni di monitoraggio entrando per la prima volta nella zona cuscinetto controllata dalla Russia.
A decidere lo schieramento dei più di 200 osservatori è stato l'accordo per il cessate-il-fuoco mediato dalla Francia, in virtù del quale entro 10 giorni la Russia dovrebbe ritirare i soldati da due zone cuscinetto in Georgia, occupate dopo la guerra lampo di agosto.
In precedenza l'esercito russo e i funzionari europei avevano detto che non c'era ancora un pieno accordo sull'accesso alle zone. Oggi, però, almeno due pattuglie europee sono entrate nella zona cuscinetto da due diversi punti attraversando checkpoint russi.
Un giornalista Reuters che viaggiava con una delle due pattuglie, guidata da osservatori civili francesi, è penetrato nella zona dal villaggio di Nabakhtevi, vicino a Gori. "Siamo nella zona cuscinetto", ha confermato uno degli osservatori.
Dopo alcune discussioni con i soldati russi, una seconda pattuglia vi è entrata dal villaggio di Karaleti, una regione considerata la "prova del fuoco" per testare la disponibilità della Russia a permettere l'ingresso degli osservatori.
La missione Ue spera di coordinare il ritiro russo "step-by-step" e il simultaneo ritorno della polizia georgiana nelle aree per evitare un vuoto di sicurezza di cui potrebbero approfittare milizie organizzate.
La Russia ha avvisato che agli osservatori non sarà permesso entrare nell'Ossezia del Sud e in Abkhazia, regioni secessioniste riconosciute da Mosca e dal Nicaragua come stati indipendenti.
Secondo il Cremlino, non c'è necessità che gli osservatori europei operino nelle due regioni, perché ci sono già le truppe russe a garantire la sicurezza. Mosca ha intenzione di schierare più di 7.000 soldati nelle regioni ribelli.
A decidere lo schieramento dei più di 200 osservatori è stato l'accordo per il cessate-il-fuoco mediato dalla Francia, in virtù del quale entro 10 giorni la Russia dovrebbe ritirare i soldati da due zone cuscinetto in Georgia, occupate dopo la guerra lampo di agosto.
In precedenza l'esercito russo e i funzionari europei avevano detto che non c'era ancora un pieno accordo sull'accesso alle zone. Oggi, però, almeno due pattuglie europee sono entrate nella zona cuscinetto da due diversi punti attraversando checkpoint russi.
Un giornalista Reuters che viaggiava con una delle due pattuglie, guidata da osservatori civili francesi, è penetrato nella zona dal villaggio di Nabakhtevi, vicino a Gori. "Siamo nella zona cuscinetto", ha confermato uno degli osservatori.
Dopo alcune discussioni con i soldati russi, una seconda pattuglia vi è entrata dal villaggio di Karaleti, una regione considerata la "prova del fuoco" per testare la disponibilità della Russia a permettere l'ingresso degli osservatori.
La missione Ue spera di coordinare il ritiro russo "step-by-step" e il simultaneo ritorno della polizia georgiana nelle aree per evitare un vuoto di sicurezza di cui potrebbero approfittare milizie organizzate.
La Russia ha avvisato che agli osservatori non sarà permesso entrare nell'Ossezia del Sud e in Abkhazia, regioni secessioniste riconosciute da Mosca e dal Nicaragua come stati indipendenti.
Secondo il Cremlino, non c'è necessità che gli osservatori europei operino nelle due regioni, perché ci sono già le truppe russe a garantire la sicurezza. Mosca ha intenzione di schierare più di 7.000 soldati nelle regioni ribelli.
sabato 20 settembre 2008
Georgia, volontari CRI milanese al lavoro in campi profughi
Tratto da La Repubblica, Milano
Dal primo di settembre anche i volontari del Comitato Provinciale di Milano sono impegnati in Georgia nel campo profughi allestito e coordinato dall'Alto Commissariato Onu per i Profughi (Unhcr) a Gori. Dopo Lorenzo Massucchielli, uno dei quadri della Divisione provinciale Cri 'Emergenze e Protezione civile', anche Antonio De Venezia, tecnico della stessa Divisione è da qualche giorno sul campo per occuparsi della logistica. I due volontari milanesi vanno così ad aggiungersi al contingente di trenta operatori della Croce Rossa Italiana e ai 18 della Croce Rossa Georgiana che dal 23 di agosto lavorano in Georgia.
Dal primo di settembre anche i volontari del Comitato Provinciale di Milano sono impegnati in Georgia nel campo profughi allestito e coordinato dall'Alto Commissariato Onu per i Profughi (Unhcr) a Gori. Dopo Lorenzo Massucchielli, uno dei quadri della Divisione provinciale Cri 'Emergenze e Protezione civile', anche Antonio De Venezia, tecnico della stessa Divisione è da qualche giorno sul campo per occuparsi della logistica. I due volontari milanesi vanno così ad aggiungersi al contingente di trenta operatori della Croce Rossa Italiana e ai 18 della Croce Rossa Georgiana che dal 23 di agosto lavorano in Georgia.
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sabato 13 settembre 2008
Russi in ritirata

Questa mattina le truppe russe hanno lasciato Poti, città sul mar Nero sede della marina georgiana. Ritirandosi verso la repubblica separatista di Abkhazia, hanno smantellato finora le postazioni militari di Nabada, Parara Poti, Teklati e Pirveli Maisi.
Secondo l’accordo mediato dall’Eliseo, dovranno abbandonare l’intero territorio georgiano entro il 10 ottobre. Intanto la regione verrà monitorata da oltre 200 osservatori UE, di cui 40 italiani che partiranno il 22 settembre.
Mario Lo Iacono
(nella foto di Nc tech3 GNU Free Documentation License, il porto di Poti prima di essere distrutto dai militari russi l'8 agosto 2008)
giovedì 11 settembre 2008
Italia - Georgia 2-0
Si chiude con una vittoria netta la partita Italia - Georgia disputata il 10 settembre e valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. La doppietta del romanista De Rossi ha regalato infatti il primo posto nel girone 8 agli Azzurri.
Non è bastata una partita di calcio a riaccendere i riflettori, ultimamente un po’ spenti, sulla questione georgiana. È d’obbligo ricordare che, nonostante tutto, nel Caucaso sono in corso delle operazioni belliche guidate dalla Russia, e che questo match potrebbe passare alla storia come uno degli ultimi di una nazionale che potrebbe essere accorpata in futuro alla rappresentativa di una nuova Unione Sovietica.
Un urrà quindi per la vittoria dell’Italia, e un in bocca al lupo a tutti i popoli di cui vengono minacciate la libertà e l’indipendenza.
Mario Lo Iacono
Non è bastata una partita di calcio a riaccendere i riflettori, ultimamente un po’ spenti, sulla questione georgiana. È d’obbligo ricordare che, nonostante tutto, nel Caucaso sono in corso delle operazioni belliche guidate dalla Russia, e che questo match potrebbe passare alla storia come uno degli ultimi di una nazionale che potrebbe essere accorpata in futuro alla rappresentativa di una nuova Unione Sovietica.
Un urrà quindi per la vittoria dell’Italia, e un in bocca al lupo a tutti i popoli di cui vengono minacciate la libertà e l’indipendenza.
Mario Lo Iacono
sabato 6 settembre 2008
GEORGIA: MOSCA ATTACCA USA, SOSTEGNO DA PAESI EX URSS
di Claudio Salvalaggio - ANSA
MOSCA - Mosca continua a replicare mossa su mossa a Washington, tenendo alto il tiro contro il vice presidente Usa, Dick Cheney, venuto a cementare l'alleanza con tre ex Paesi sovietici, e contrapponendogli la solidarietà di altri cinque stati dell'ex Urss nella guerra georgiana. Alla Ue, che nel vertice dei ministri degli esteri di Avignone ha messo a punto la missione civile europea in Georgia, la Russia lancia invece segnali di collaborazione, in vista del "cruciale" incontro di lunedì al Cremlino tra il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il collega russo, Dmitri Medvedev. Mosca ha aperto il fuoco delle dichiarazioni mettendo in dubbio la legittimità dell'arrivo nel porto georgiano di Poti della nave militare Usa 'Mount Whitney', la sofisticata ammiraglia della Sesta flotta americana, minacciando il ricorso all'Onu in caso di violazioni della convenzione di Montreux sulla navigazione nel Mar Nero: le perplessità riguardano la stazza e l'uso di una nave di questo tipo per il trasporto di una asserita grande quantità di aiuti umanitari. Il ministero degli esteri russo ha inoltre accusato Cheney, con le ribadite promesse ieri di un rapido accesso di Tbilisi alla Nato, di "rafforzare il pericoloso senso di impunità del regime di Mikhail Saakasvili" e di "incoraggiare le sue ambizioni aggressive". Mosca non ha risparmiato il sarcasmo, notando che la dimensione del pacchetto di aiuti promessi da Cheney a Tbilisi "é virtualmente la stessa del budget per la difesa della Georgia". Silenzio invece sul rinnovato appoggio di Cheney alle ambizioni Nato di Kiev: la crisi politica in corso basta da sola a frenare la corsa dell'Ucraina, anche verso la Ue, benché Bruxelles sembri intenzionata a mantenere il summit bilaterale previsto per martedì prossimo a Evian, in Francia. Il Cremlino continua intanto a tessere la sua tela per non restare isolato, almeno nell'ex Urss, dato che finora solo il lontano Nicaragua, dopo la Russia, ha annunciato l'intenzione di riconoscere l'indipendenza autoproclamata dalle due regioni secessioniste georgiane dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia. Un isolamento evocato anche anche dal segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice. Oggi il summit al Cremlino dei capi di Stato della Csto, l' organizzazione per la sicurezza collettiva che riunisce Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan e Tagikistan, ha approvato una dichiarazione comune che critica Tbilisi per il suo attacco all'Ossezia del Sud e sostiene il ruolo svolto da Mosca, senza tuttavia far alcun riferimento a un possibile riconoscimento, lasciato alla scelta indipendente dei singoli membri. Un successo a metà, ma migliore di quello strappato nei giorni scorsi al vertice del gruppo di Shanghai (Sco), l' organismo che raggruppa Russia, Cina e le repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale, che avevano affiancato alla solidarietà verso Mosca un richiamo ai principi del rispetto dell'integrità territoriale, tanto cara a Pechino. Ma, fatta eccezione per Georgia e Ucraina, il Cremlino riesce a mantenere una sua influenza nell'ex Urss: la visita di Cheney a Baku sembra essere stata un fiasco per il timore del presidente azero, Ilham Aliev, di inimicarsi Mosca. Ora comunque tutti gli occhi sono puntati su lunedì, quando a Mosca arriverà Sarkozy, accompagnato dal presidente della commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, e dal capo della diplomazia europea, Javier Solana. Per gli europei si tratta di una riunione "cruciale", dopo che i preparativi della missione civile europea in Georgia "sono quasi ultimati", come ha svelato Solana, precisando che "la sola cosa che resta da vedere è quando, come e con quale mandato". Per il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, favorevole anche a un'inchiesta internazionale indipendente sul conflitto russo-georgiano, ci sono tutte le premesse per un successo dell'appuntamento al Cremlino. Da Mosca, intanto, piovono smentite alle notizie georgiane della costruzione di un muro stile Berlino per dividere Ossezia del Sud e Abkhazia dalla Georgia.
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